La relazione genitore-bambino by Cristina Riva Crugnola

autore:Cristina, Riva Crugnola [Riva Crugnola, Cristina]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Psicologia, Aspetti della psicologia
ISBN: 9788815308863
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2012-10-14T22:00:00+00:00

6. Attribuire una mente al bambino

Un concetto con aspetti simili a quello di funzione riflessiva è quello di mind-mindedness proposto da Elisabeth Meins [1997] e da lei inteso, nel contesto dell’interazione genitore-bambino, come la capacità da parte del genitore di concepire il bambino come soggetto «dotato di una mente» oltre che bisognoso di cure. Questo concetto aggiunge un nuovo aspetto al costrutto di sensibilità materna, costituito dalla capacità della madre di leggere i segnali del bambino nell’interazione con lui sulla base degli stati mentali interni che li possono influenzare.

La mind-mindedness è osservabile all’interno delle interazioni madre-bambino sin dai primi mesi di vita fino a interazioni con bambini più grandi o con adulti. L’autrice ha cercato a questo proposito di dare una definizione operazionale della mind-mindedness materna, identificandola, tra l’altro, nell’abilità della madre di commentare verbalmente gli stati emotivi del figlio, espressi o inferiti durante la sua attività di gioco nei primi anni di vita [Meins et al. 2002]. Le sue ricerche hanno dimostrato a questo riguardo come la mind-mindedness della madre valutata nel corso del primo anno di vita sia correlata alla sicurezza dell’attaccamento del bambino a 12 mesi [Meins et al. 2001] e alla capacità di quest’ultimo di sviluppare una «teoria della mente» a 4 anni [Meins e Fernyhough 1999]. Tale capacità appare di fatto già presente durante la gravidanza e correlata a quella valutata dopo la nascita del bambino [Arnott e Meins 2008].

La mind-mindedness nelle madri di bambini fino ai 12 mesi di vita viene intesa a livello operazionale come capacità di commentare in modo appropriato i probabili stati mentali del bambino durante le interazioni. Meins propone quindi di valutarla considerando i commenti verbali della madre durante un’interazione di gioco libera con il proprio bambino, in cui madre e bambino sono posti faccia a faccia. L’interazione viene videoregistrata e le verbalizzazioni materne vengono trascritte letteralmente. L’analisi del trascritto permette di identificare tutti i commenti materni che si riferiscono agli stati mentali interni del bambino. Gli autori definiscono commenti mind-related, e quindi indicatori di mind-mindedness, quei commenti materni che utilizzano esplicitamente termini riferiti a stati mentali per commentare cosa il bambino potrebbe pensare e quelli che attribuiscono al bambino parole e dialoghi parlando per suo conto (ad esempio: «Mamma, quello è l’orsetto!»), senza necessariamente utilizzare termini relativi a stati mentali. Nella tabella 5.9 sono elencate le categorie all’interno delle quali l’autrice classifica i commenti mind-related materni con i relativi esempi.

In particolare, va segnalato che non vengono considerati commenti mind-related quelli che riguardano gli stati fisici del bambino in risposta a comportamenti evidenti del bambino («Sei scomodo», quando si agita), i commenti qualitativi non collegati a comportamenti del bambino («Sei contento», senza che il bambino abbia mostrato segnali di gioia), i commenti su abilità del bambino non connessi all’interazione, così come i commenti generici («Cosa stai facendo?», «Cosa vuoi fare adesso?», «Cosa stai dicendo?») e non relativi a stati mentali interni («Va tutto bene?», «Ti piace?»).

I commenti mind-related vengono in seguito classificati come Appropriati o Non sintonizzati valutando il trascritto nel contesto dell’osservazione dell’interazione madre-bambino nel suo complesso.

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